mercoledì 15 dicembre 2010

Vertice di Cancun: buoni i risultati ma manca ancora tanta strada


Un Fondo per il clima e una seria decisione riguardo al REDD(Riduzione delle emissioni da deforestazione e degradazione dei suoli). Sono questi i veri passi in avanti fatti a Cancun nel vertice mondiale sui cambiamenti climatici che si è concluso pochi giorni fa. Purtroppo nonostante gli sforzi ancora è poco: innanzitutto per quanto riguarda il Fondo, che dovrebbe erogare quei miliardi di dollari necessari ai Paesi in via di sviluppo per fermare la deforestazione, non è stata ancora definita chiaramente il modo in cui verranno fornite queste risorse. In secundo luogo, il negoziato è stato raggiunto in extremis dopo che per molti giorni si è guardato con sfiducia a un accordo tra le parti.


Sta di fatto che i governi hanno concordato un pacchetto di decisioni che dovranno gettare le basi per ulteriori negoziati nel corso del prossimo anno, con l'obiettivo comune di raggiungere un risultato finale in occasione della Conferenza delle Parti del 2011 (COP17) che si svolgerà a Durban, in Sudafrica.


A Durban bisognerà firmare con urgenza un accordo che guidi i nostri governi verso un'economia più verde. L’obiettivo sarà quello di tenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C e, di conseguenza, tagliare le emissioni globali del 25-40% entro il 2020.


Mariagrazia Midulla, responsabile clima del WWF Italia, ha così commentato i risultati ottenuti a Cancun: "Dopo Copenhagen i governi sono venuti a Cancun con le ossa rotte ed esposti alla pressione pubblica per l'avvio di iniziative sui cambiamenti climatici. Si sperava che Cancun avrebbe potuto stabilire una piattaforma per garantire dei progressi e ora i paesi hanno lasciato la conferenza con un rinnovato senso di buona volontà e obiettivi più concreti."


"Pur non essendo riusciti a decidere per una seconda fase del Protocollo di Kyoto, è stato avviato un processo che consentirà di farlo l'anno prossimo a Durban anche se, purtroppo, rimangono da superare difficoltà gravi con i paesi contrari e cioè Giappone e Russia, che ora saranno esposti a pressioni crescenti perché siuniscano alla comunità globale nel rinnovo del Protocollo".


Roberto D'Amico