E' ormai trasmesso in televisione da mesi, si spaccia per equidistante ma in realtà cela un messaggio tutt'altro che imparziale. Stiamo parlando dello spot del Forum Nucleare, nel quale ci sono due giocatori di scacchi che discutono sui lati positivi e negativi del ritorno all'uranio ma in realtà offrono un esempio raffinatissimo di manipolazione dell'informazione. Greenpeace, sul suo sito italiano ha tentato di smascherare questa abilissima messa in scena nata con l'obiettivo di rassicurare gli italiani su un possibile ritorno al nucleare.
Innanzitutto c'è da sottolineare l'imponente spesa affrontata per realizzare uno spot tutto sommato semplice: 3 milioni di euro. Una cifra sicuramente enorme se paragonata alle possibilità economiche dei movimenti "No Nuke".
Ma cosa ancor più grave è il falso colloquio pro e contro il ritorno al nucleare: la prima "bufala", come la definisce Greenpeace nel suo comunicato, riguarda la gestione delle scorie. Nello spot si afferma che "si possono gestire in sicurezza" quando in realtà dopo 60 anni di ricerca tecnologica in nessuna parte del mondo è stata dimostrata la sicurezza delle scorie radioattive prodotte dalle centrali.
Seconda bufala clamorosa: il giocatore "pro nucleare" afferma che, per guadagnare l'indipendenza dalle fonti fossili non si può fare affidamento sulle energie rinnovabili in quanto tra 50 anni potrebbero non bastare per tutti. Greenpeace smentisce anche questa bugia sottolineando innanzitutto come tra 50 anni probabilmente le riserve di uranio estraibile a costi calcolabili saranno quasi agli sgoccioli. In secondo luogo, secondo degli studi di fonte industriale ed istituzionale, uno scenario energetico basato totalmente sulle fonti rinnovabili è più che una fantasticheria, almeno in Europa.
Infine, come se tutto ciò non bastasse, ci sono forti dubbi su chi pagherà questa falsa propaganda. Si sa solo che le norme in vigore per il nucleare prevedono fondi pubblici per le campagne informative.
Insomma, come sottolinea Giuseppe Onufrio Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia, la beffa per gli italiani è doppia. Probabilmente, per pagare questa campagna, si useranno le risorse di tutti per convincere la minoranza dei nostri connazionali ancora convinta che i benefici del nucleare siano superiori ai rischi.
Per maggiori informazioni o per aderire alla campagna di Greenpeace basta collegarsi al sito www.greenpeace.it
Per vedere invece uno dei tanti doppiaggi contro il nucleare comparsi sul web nell'ultimo periodo collegarsi a http://www.youtube.com/watch?v=9wOrvWXDcr8&feature=player_embedded
Roberto D'Amico
Innanzitutto c'è da sottolineare l'imponente spesa affrontata per realizzare uno spot tutto sommato semplice: 3 milioni di euro. Una cifra sicuramente enorme se paragonata alle possibilità economiche dei movimenti "No Nuke".
Ma cosa ancor più grave è il falso colloquio pro e contro il ritorno al nucleare: la prima "bufala", come la definisce Greenpeace nel suo comunicato, riguarda la gestione delle scorie. Nello spot si afferma che "si possono gestire in sicurezza" quando in realtà dopo 60 anni di ricerca tecnologica in nessuna parte del mondo è stata dimostrata la sicurezza delle scorie radioattive prodotte dalle centrali.
Seconda bufala clamorosa: il giocatore "pro nucleare" afferma che, per guadagnare l'indipendenza dalle fonti fossili non si può fare affidamento sulle energie rinnovabili in quanto tra 50 anni potrebbero non bastare per tutti. Greenpeace smentisce anche questa bugia sottolineando innanzitutto come tra 50 anni probabilmente le riserve di uranio estraibile a costi calcolabili saranno quasi agli sgoccioli. In secondo luogo, secondo degli studi di fonte industriale ed istituzionale, uno scenario energetico basato totalmente sulle fonti rinnovabili è più che una fantasticheria, almeno in Europa.
Infine, come se tutto ciò non bastasse, ci sono forti dubbi su chi pagherà questa falsa propaganda. Si sa solo che le norme in vigore per il nucleare prevedono fondi pubblici per le campagne informative.
Insomma, come sottolinea Giuseppe Onufrio Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia, la beffa per gli italiani è doppia. Probabilmente, per pagare questa campagna, si useranno le risorse di tutti per convincere la minoranza dei nostri connazionali ancora convinta che i benefici del nucleare siano superiori ai rischi.
Per maggiori informazioni o per aderire alla campagna di Greenpeace basta collegarsi al sito www.greenpeace.it
Per vedere invece uno dei tanti doppiaggi contro il nucleare comparsi sul web nell'ultimo periodo collegarsi a http://www.youtube.com/watch?v=9wOrvWXDcr8&feature=player_embedded
Roberto D'Amico