12 giugno 2011, data da appuntarsi sul calendario: si vota per il referendum abrogativo sulla privatizzazione dell’acqua pubblica, sul Legittimo Impedimento e sul Nucleare…ah no, che sbadato, mi è appena arrivata la notizia che quest’ultimo è stato prontamente eliminato dal programma di Governo (almeno per il prossimo anno).
Le immagini del disastro ambientale giapponese, le vittime dell’inquinamento radioattivo, i reattori fusi all’interno delle centrali, l’impossibilità di risolvere l’emergenza in brevi tempi, con molta probabilità avrebbero portato un fiume di elettori alle urne, il prossimo giugno. Le statistiche parlano chiaro: a favore o contro, il quorum sarebbe stato molto probabilmente raggiunto, una rarità negli ultimi esempi di democrazia diretta del nostro Paese.
Ma attenzione a non abbassare l’attenzione e a non banalizzare. Altri potrebbe essere i motivi per cui il Governo ha deciso di togliere il quesito sul nucleare dal referendum, come ad esempio il pericoloso accostamento con la privatizzazione dell’acqua e, soprattutto, col legittimo impedimento…
Si sta forse cercando di allontanare il pericoloso quorum dalle urne? Quindi cari italiani ricordate che, se anche la Corte di Cassazione decidesse di eliminare il quesito del nucleare dal referendum, ci troveremo davanti altri due non meno importanti questioni su cui esprimerci:
Quesito numero uno, presentato dal’Italia dei Valori: Legittimo impedimento. L’istituto giuridico che permette all’imputato di giustificare, in alcuni casi, la propria assenza in aula. Rientra nella serie di leggi che l’opposizione definisce ad personam, data la lunga lista di appuntamenti che il nostro Presidente del Consiglio ha fissati nelle Aule di Tribunale:
volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?"
Quesito numero due, presentato sempre dall’Italia dei Valori, si ritorna a parlare di ambiente e salute in via indiretta: la privatizzazione dell'acqua pubblica. Si divide in due punti: uno di rilevanza economica, riguardante le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici di distribuzione locale di acqua:
volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 . Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?
e l'altro invece, si preoccupa di stabilire la tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata ricompensa del capitale investito:
volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154, tariffa del servizio idrico integrato del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 norme in materia ambientale, limitatamente alla seguente parte: dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito?
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