di Roberto D'Amico
Le autorità giapponesi mentono sui valori di radioattività nei pressi della centrale di Fukushima. E’ quanto denuncia Greenpeace dopo un sopralluogo tecnico svolto il 28 marzo nel villaggio di Iitate, a 40 km a Nord-Ovest dalla centrale. La squadra di esperti ha trovato livelli di contaminazione fino a 10 micro Sievert per ora (µS/h). Questi valori si riferiscono alla sola radioattività esterna e non considerano il rischio aggiuntivo causato da inalazione e ingestione di particelle radioattive. Il rischio, per i cittadini che abitano in quell’area, è che in soli cinque giorni venga superato il limite per la dose annua che è di 1000 µS/h.
Un nuovo studio commissionato da Greenpeace Germania al Dr. Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, rivela inoltre che l'incidente alla centrale giapponese di Fukushima ha già rilasciato abbastanza radioattività da essere classificato di livello 7, secondo l’International Nuclear Event Scale (INES). Vale a dire il livello massimo di gravità per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza solo a Cernobyl nel 1986. Inoltre la Tepco, la società che gestisce l'impianto, ha ammesso che tracce di Plutonio sono state rilevate in cinque punti nei pressi della centrale di Fukushima.
“La nostra denuncia – afferma Salvatore Barbera Responsabile campagna Nucleare Greenpeace Italia – è rivolta all’operato del Primo Ministro giapponese che pur sapendo del rischio di fusione del nocciolo dal primo giorno dell'incidente ha autorizzato lo scarico di vapore dal reattore solo due giorni dopo, aumentando probabilmente i danni al combustibile nucleare e al sistema di raffreddamento. Greenpeace chiede che la popolazione venga subito evacuata perché rimanere a Iitate non è sicuro in particolar modo per donne incinte e bambini”.
Link allo studio del Dr. Helmut Hirsch: http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/fukushima-report/
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